Un cane da pastore maremmano-abruzzese per svolgere con efficacia il suo compito di difensore del gregge deve possedere delle qualità comportamentali e caratteriali molto particolari e difficilmente riscontrabili nella maggior parte delle razze canine.
Queste caratteristiche sono di tipo ereditario, ossia trasmissibili geneticamente e possono essere così riassunte:
L’attaccamento alle pecore.
Condizione essenziale per un buon cane da difesa del gregge è possedere un forte attaccamento agli ovini che si manifesta, per esempio, nel rimanere da solo al pascolo con il gregge anche la notte come avviene d’estate nei monti d’Abruzzo quando il pastore, munte le pecore, torna a casa in paese lasciando il gregge alla sola custodia dei cani. Un buon cane da difesa del gregge deve,in sostanza, preferire la compagnia delle pecore a quella dell’uomo. Il cane, oltre a non abbandonare le pecore di fronte agli attacchi dei predatori, fino a sacrificare la propria vita per difenderle, non deve mai farsi distogliere dal suo compito, né di fronte a minacce né ad offerte di cibo o quant’altro.
Molto significativo, per valutare l’attaccamento del cane verso le pecore è il loro modo di collocarsi rispetto al gregge. I cani che manifestano maggiore affinità verso gli ovini sono quelli che anche in presenza del pastore sono più vicini alle pecore che all’uomo lasciandosi anche circondare dalle pecore, prerogativa questa del cane da protezione e non del cane conduttore
Se il cane tende a collocarsi a notevole distanza dalle pecore o più vicino al pastore che a queste ultime dimostra un insufficiente attaccamento agli ovini. Il cane che lasciato con il gregge si allontana dalle pecore per cercare l’uomo, o per qualsiasi altro motivo, non risulta assolutamente idoneo.
L’assenza di istinto predatorio.
Il cane non deve mai aggredire le pecore, né molestarle con il gioco. Generalmente i cani di razza pastore maremmano-abruzzese hanno questa caratteristica fortemente fissata perché la selezione al riguardo è stata molto rigorosa ed è di facile individuazione. Il pastore, se il cane uccide o ferisce una pecora non gli da generalmente una seconda possibilità e lo elimina immediatamente.
Il pastore maremmano-abruzzese, pur essendo costruito per la lotta, riesce ad essere addirittura tenero con le sue protette e la sua aggressività non è mai rivolta all’interno del gregge, ma sempre verso l’esterno L’assenza di istinto predatorio verso le pecore è così radicata nel suo codice genetico che il cane resiste tranquillamente, anche se affamato, alla tentazione rappresentata da un agnello appena partorito e tutto sporco di sangue, anzi è proprio in questi casi che il cane diventa più aggressivo verso l’esterno quando un agnello sarebbe una facile e appetita preda. Non è raro infatti vedere un p.m.a. accanto ad una pecora che ha partorito in attesa che questa, insieme all’agnello, possa ricongiungersi con il gregge.
Come svolge la sua azione di difesa contro i predatori.
I cani da pastore maremmano-abruzzese per essere efficienti, nello svolgere il loro compito di protezione del gregge, debbono sempre agire in branco ed essere molto forti e coraggiosi. Tre o quattro cani da pastore maremmano-abruzzese adulti sono in grado, infatti, di opporsi con efficacia all’attività di predazione del lupo o dei cani inselvatichiti o di altri predatori.
L’azione del cane da difesa del gregge è in genere meramente dissuasiva anche se esso non deve disdegnare un eventuale scontro fisico con il predatore, in verità molto raro, che è generalmente demandato ai maschi adulti del branco muniti, in Abruzzo, del tradizionale vreccale o roccale, un collare di ferro irto di punte che gli protegge il collo.
Nel caso di avvistamento del predatore il branco di cani da pastore maremmano-abruzzese non abbandona il gregge per inseguire il lupo, soltanto uno o due cani possono eventualmente farsi incontro al predatore o “accompagnarlo” a distanza se si allontana, mentre gli altri rimangono con il gregge per evitare imboscate o tattiche diversive.
Quasi sempre di fronte a cani da pecora risoluti e combattivi il predatore rinuncia all’azione, poiché tende ad evitare combattimenti che gli potrebbero procurare ferite gravi e pericolose per la sua vita di animale selvatico. I cani, inoltre, frapponendosi tra le pecore ed il lupo, interrompono la continuità dell’ azione predatoria di quest’ultimo al punto che questi non è più in grado di riprenderla.
La valutazione dell’azione di deterrenza svolta dai cani, è quasi sempre indiretta e dipende dalla percentuale di agnelli o pecore predate in una zona ad alto rischio di predazione. L’assenza o la scarsità di animali uccisi dimostra che i cani da pecora svolgono con efficacia il loro compito di difensori del gregge.
Azione di dissuasione verso le persone.
Il cane da pecora considera il gregge come un territorio mobile che difende contro ogni possibile pericolo con estrema determinazione.
Il p.m.a. essendo molto equilibrato e generalmente poco mordace, rispetto ad altre razze da protezione del gregge, può essere utilizzato,con tranquillità, anche in aree a vocazione turistica e dove pertanto è praticato l’escursionismo.
Chi nelle passeggiate in montagna ,in particolare in Abruzzo, si è imbattuto in un gregge di pecore ha potuto notare che gli atteggiamenti del cane cambiano al variare della distanza che si frappone tra l’escursionista ed il gregge.
Il cane appare all’inizio totalmente indifferente, ma se ci si avvicina al gregge iniziano i primi profondi latrati di avvertimento. Se si prosegue ancora nell’avvicinamento alle pecore il cane si alza e pur rimanendo a breve distanza dal gregge comincia ad andare incontro al viandante abbaiando questa volta con grande vigore. Basta però, invertire la direzione, allontanandosi con calma dalle vicinanze del gregge, che i cani tornano tranquillamente a sdraiarsi tra le pecore. Questo comportamento, facilmente verificabile, ci dimostra che anche verso l’uomo l’azione del pastore maremmano-abruzzese, è puramente dissuasiva e il suo grande equilibrio caratteriale lo porta a sospendere l’azione di difesa quando la potenziale minaccia cessa. IL cane non rincorre mai la persona che si allontana del gregge per aggredirla, la sua azione è pertanto di avvertimento e di dissuasione e si esaurisce nel momento in cui il cane capisce che le pecore non corrono alcun pericolo.
Il rischio di essere aggrediti lo si ha solamente se si arriva a distanza brevissima dal gregge o addirittura in mezzo al gregge.